La Storia della Birra IPA – India Pale Ale
Birra IPA: origini, storia e caratteristiche delle birre India Pale Ale
Le divisioni principali delle IPA sono quattro:
- English IPA: lo stile inglese è quello che prima di tutti ha alimentato l’estro dei mastri birrai. Questa varietà tende ad essere meno luppolata della corrispondente americana, sorseggiandola si incontrano sentori fruttati; all’occhio risalta immediatamente il suo colore dorato. Il loro grado alcolico si aggira tra il 4,5% e il 7,1%; queste birre tendono ad essere particolarmente asciutte e secche.
- American IPA: i mastri birrai americani hanno rinvigorito le birre Ipa prodotte dai loro cugini oltreoceano aggiungendo dei sapori piuttosto forti. I luppoli dominano le American Ipa, che risultano particolarmente amare. A questi sentori si aggiungono quelli agrumati o erbacei, ben bilanciati dai malti presenti. Solitamente, il grado alcolico di queste birre va dal 6,3% al 7,6%.
I sottostil:
- Red (o Amber) IPA
- White IPA
- Rye (Segale) IPA
- Black IPA
- Imperial Ipa o Double Ipa: se si ritengono particolarmente intense le American Ipa, le Double Ipa porteranno le nostre papille gustative completamente ad un altro livello, la loro amarezza, però, è tutt’altro che pesante e, al contrario, risulta particolarmente piacevole e rinfrescante. Il grado alcolico delle Double Ipa è piuttosto elevato (7,6%-10,6% circa).
- Session IPA: vista la proprietà rinfrescante delle birre Ipa, i mastri birrai hanno iniziato a produrre anche uno stile con un grado alcolico inferiore (circa dal 3,7% al 5%), per poter gustare una buona birra senza particolari preoccupazioni, esse sono meno intense delle loro controparti statunitensi e presentano una luppolatura medio-forte.
Nell’ Ottocento la birra più bevuta dai lavoratori inglesi era la Porter, scura e ben luppolata. Al contrario, richiedendo una ALE sarebbe stata servita una Mild.
E’ proprio da una costola delle ALE che nascono le Pale Ale, di colore più chiaro e più luppolate rispetto alle prime, chiamate Bitter (amaro). Le birra più di successo erano quelle prodotte nella cittadina di Burton, nello Staffordshire, poiché l’acqua dei pozzi era particolarmente ricca di solfati e tale peculiarità esaltava le caratteristiche dello stile.
Ogni birrificio produceva Bitter diverse, da quelle più leggere a quelle più forti. La versione più estrema era la Stock Pale Ale, piuttosto luppolata e di gradazione alcolica più elevata, da far maturare 12 mesi. Essendo più costose delle Porter o delle Mild erano consumate specialmente dalle classi benestanti.
Tuttavia, le Pale Ale veniva prodotte anche in altre zone, specialmente nell’estremità orientale di Londra, al confine fra Middlesex ed Essex, la Bow Brewery, fondato da George Hodgson e condotto dal figlio Mark Hodgson, era uno dei minuscoli birrifici che si cimentava in queste produzioni. La sua fortuna fu quella di essere ubicata vicino ai moli dove attraccavano le navi della Compagnia delle Indie Orientali, che portava spezie e materie prime dalle colonie asiatiche. Per affrontare il viaggio di ritorno i commercianti riempivano la stiva di beni da rivendere ai coloni e, tra le varie merci, c’era anche la birra che fece letteralmente impazzire i colori, poiché, nel corso dei tre/quattro mesi di viaggio, tra i cambiamenti di temperatura e gli sballottamenti della traversata, arrivò a destinazione in una condizione simile a quella conseguente ad una maturazione di diversi anni. I coloni la ritennero la miglior birra mai bevuta. In questo modo la birra IPA ebbe un enorme successo.
Negli anni successivi, l’esportazione di India Pale Ale – si comincia a usare tale dicitura dal 1829 per indicare le Pale Ale destinate ai coloni inglesi – è dominata da Bass, seguito da Hodgson e da Allsopp. In questo modo la Bass Pale Ale divenne uno dei brand di maggiore successo del periodo. Modificarono quindi leggermente la ricetta della tradizionale Pale Ale aumentandone il volume alcolico (più alcool significa maggiore resistenza alle infezioni della birra) e incrementando il quantitativo di luppolo, usato per conferire amaro alla birra ma anche come antiossidante e antibatterico naturale.
Un momento fondamentale per la storia delle Birre IPA è nel 1839, quando arrivò la ferrovia a Burton Upon Trent e ciò consente i collegamenti nazionali più rapidi e un trasporto più sicuro della bevanda. Questo permesso il dominio definitivo dei birrifici di Burton su quel segmento di mercato.
Ecco, dunque, la mappatura genealogica dell’IPA inglese con il punto cronologico di prima separazione tra la versione statunitense: punto che coincide con il lancio sul mercato, il 18 aprile 1975, da parte della “ Anchor Brewing ” (di San Francisco), della Liberty Ale. La prima IPA brassata con uso massiccio di Cascade in dry hopping e in regime, e la Celebration Ale di Sierra Nevada , lanciata nel 1981.
Le birre in stile India Pale Ale hanno delle caratteristiche molto nette che le rendono facilmente riconoscibili dalle altre tipologie birrarie. All’aspetto si presentano di un colore tra il rame e l’ambrato carico, dovuto di malti inglesi di tipo “Caramel”. La maggior parte di loro risulta pulita e trasparente, anche se alcune versioni molto luppolate, soprattutto se in dry-hopping (tecnica di luppolatura a freddo dopo la primissima fermentazione), possono presentare una velata opacità.
La schiuma è presente e persistente, di colore bianco e leggermente pannosa. Al naso si percepiscono aromi fruttati derivanti dalla fermentazione, come pesca e frutta gialla, o derivanti dal malto come biscotto e caramello. Immancabile e spesso preponderante è il contributo del luppolo, usato anche in fase di dry-hopping, che conferisce al naso sentori di erba, resina o floreali.